L' ira di Nettuno
Poesia a quattro mani, scritta con il mio amico poeta Riccardo, che ringrazio.
L' ira di Nettuno, la forza dei suoi marosi, la potenza devastante di Madre Natura.
Un' occasione per riflettere sulla piccolezza dell' uomo vanesio, che non è nulla paragonato alla forza della Natura.
Dai piedini miei smaltati
Da pensieri articolati
Non ci vengo sulla spiaggia
Troppa carne mi scoraggia
Come l’onda vieni e vai
E paura un po' mi fai
Arrabbiato s'è Nettuno
Non lo ferma più nessuno
Spumeggianti le sue onde
Di potenza troppo grande
La battigia si fa ostile
S'è scassato ‘sto vinile
Cresce cresce la paura
Fin parlarsi è cosa dura
Son ruggenti i suoi sussurri
Onde alte come torri
Io mi sento venir meno
Stramazzar in un baleno
Vieni via finché sei in tempo
Il TG ci dà maltempo
Sono scosso al mare mosso
Farla addosso altro non posso
Siamo fragili e piccini
Noi non siamo che pulcini
La Natura ci sovrasta
E dovremmo dire basta
A potere, fama e gloria
Alla nostra assurda boria
Non star ferma a dissertare
Pensa invece un po' a scappare!
Perché siamo figli suoi
Comandarla tu non puoi
Lei sa essere spietata
Se non sa sentirsi amata.
Sì lo so si sta qui giù
Ma si vuol un po' di blu
Io m'inchino al suo cospetto
Ché di lei ho gran rispetto
Poso il capo sul suo petto
E Nettuno sia il mio letto.
Questa notte grato è il letto
Dormo e sogno il tuo bel petto.
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