Barbie - Chi sono io?
In ritardissimo rispetto alla massa, finalmente sono riuscita anch'io a vedere questo tanto osannato film.
E sì, osannato a ragion veduta, devo dire.
Dopo un inizio un po' imbarazzante, al punto che iniziavo a chiedermi se il film sarebbe stato tutto così, mostrando una Barbie perfetta, che non beve nè mangia, e un Ken che pende dalle sue labbra, finalmente l'azione ha avuto inizio.
E che azione!
Barbie, oppressa da pensieri di morte, da piedi piatti e un inquietante principio di cellulite, fa visita a Barbie Stramba, che le dice che per guarire e tornare come prima dovrà andare nel mondo reale, alla ricerca della sua bambina, e chiarire le cose con lei, mettere a posto ciò che non va. Dovrà farlo, altrimenti la cellulite si estenderà dappertutto e non camminerà mai più sulle punte.
Seguita da Ken, Barbie arriva nel mondo reale, e scopre che i pensieri di morte non erano quelli della bambina, ma di sua madre, che lavora proprio alla Mattel.
Qui lei e Ken si scontreranno con il mondo vero, che mai avrebbero immaginato così.
Ed è per questo che, al loro ritorno a Barbieland, Ken ha rivoluzionato tutto grazie al patriarcato. Ora sono i Ken a comandare.
Barbie entra in crisi, ma riuscirà a riprogrammare le altre Barbie e a sconfiggere il patriarcato.
Le cose, però, non torneranno come prima.
Barbie aiuta Ken a capire che dovrà trovare se stesso, oltre l'immagine di Barbie che gli è stata appiccicata addosso fin dalla sua creazione.
E anche Barbie vuole ritrovare se stessa, capire qual è il suo scopo.
Decide così, dopo aver parlato con la sua creatrice, Ruth Handler, di andare a vivere nel mondo reale.
Esilarante il finale, in cui va a fare visita, come prima cosa, alla sua ginecologa.
Così come esilarante la scena in cui lei, arrivata nel mondo reale con Ken, dice: Io non ho la vagina, lui non ha il pene!
Un film decisamente incentrato sul femminismo, e potrebbe sembrare non facile recensirlo, per un'antifemminista come me. Eppure, il finale mi è piaciuto.
Il finale riassume tutto ciò in cui credo da sempre, perchè il vero scopo della nostra venuta su questa Terra non è equipararci agli altri, ma capire chi siamo veramente. E' la società che tende a globalizzarci, tutti quanti. E' la società che detta gli schemi. Per questo c'è una marea di gente infelice, là fuori.
Ken è sempre vissuto all'ombra di Barbie. Ecco perchè, con la scusa del patriarcato, cerca di prevalere sul suo dominio imperante.
Ma non è questa la soluzione. La soluzione è che ciascuno di noi si guardi dentro, trovi il suo Io più vero, e il proprio scopo nella vita.
Perchè, fatemelo dire, non sta scritto da nessuna parte che dobbiamo essere tutti uguali, che dobbiamo fare tutti le stesse cose. Alcuni si realizzino in un modo, altri, in un altro. E chi siamo noi per giudicare? Chi ci dà il diritto di puntare il dito?
Se smettessimo di fare questo, il mondo sarebbe pieno di persone felici e, dunque, un posto migliore.
Sì, un film che, alla fine, fa riflettere.
Non esisterebbe femminismo, nè patriarcato, se le persone imparassero ad amarsi, ad accettarsi, e, soprattutto, a fare lo stesso con gli altri.
La lotta nasce solo dal conflitto, e il conflitto è, per prima cosa, interiore.
Quindi, promosso a pieni voti.
E se lo dice un'antifemminista, potete crederci!
Commenti
Posta un commento