COSA RESTA?
Cosa resta?
L’indigestione di Natale, mal di testa e di stomaco.
Il vuoto dentro.
Ansia, per quel senso del dovere che impone l’abbuffata, e non importa se il corpo non regge.
Per quel senso del dovere che impone il divertimento ad ogni costo, assoluto.
Deprimente. Sei deprimente se non lo fai, se non ti adegui.
Noiosa. Sei noiosa.
Vecchia. Sei già vecchia.
Cosa resta?
Uno stomaco imbottito, che fatica a riprendersi.
Il tempo che è volato, e ti chiedi se, forse, non sia stato sprecato.
I fuochi di mezzanotte, furore assordante, nel freddo della notte. Ma c’era la luna, semi nascosta dalle nuvole, e la sua luce irradiava più del fuoco artificiale. Argentea, incolore rispetto al furore umano. Semplice, immobile, eterna, incurante dell’anno che finisce, dell’anno che verrà. Di questo lei nulla sa. C’era, ci sarà, anche quando tu sarai nuovamente polvere.
Resta il ricordo di giorni volati via, piatti, incolori, sempre uguali.
Resta una festa di cui non hai goduto, e l’eterna domanda, se non sei tu ad essere sbagliata, o il nulla che ti circonda.
Ma restano gli affetti, eterni, come la luna.
Resta l’amore.
E, alla fine, è tutto ciò che conta.
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