NON HO PIU' VOGLIA
Sta arrivando.
Di nuovo.
Un altro anno andato, che non tornerà.
Strade vestite a festa, luci di mille colori, cuori festanti, per obbligo.
L’albero che troneggia in salotto, il presepe perfetto lì accanto, le statuine al loro posto, mute, silenziose, come la neve che cade là fuori.
Si avvicina, la festa obbligata.
Sorrisi stentati, cuori sprofondati, lacrime trattenute. Mille problemi, mille pensieri, che non svaniranno per un giorno.
Peso opprimente che non se ne andrà, aggravato dalla festa costretta, non puoi scappare.
E cibo, cibo ovunque, come se non ne avessi mai abbastanza. Comprare, comprare comprare.
Regali, soldi buttati.
Tavole imbandite. Candele. Ardore sulle tavole, corpi stanchi, menti svuotate, anime incarcerate.
Mangia, assaggia questo, scarta i regali, sii grato, sii felice.
No.
Non costringetemi.
Non ho più voglia di aggregarmi.
Non ho più voglia di fingere.
Non ho più voglia di sorridere.
Ma lo farò, ancora una volta, ancora per un anno, senza nulla sapere dei giorni che verranno.
Lo farò.
Ma sappiatelo, che non ho più voglia.
E sarà ogni anno peggio, come una donna il cui trucco si fa sempre più pesante e inopportuno man mano che invecchia.
RispondiEliminaIl trucco qui sono “Strade vestite a festa, luci di mille colori, cuori festanti, per obbligo.”
Bello il tuo insistere sulla “festa obbligata”, la “festa costretta”: anelito insoddisfatto di libertà. Anelito irraggiungibile perché “lo farò, ancora una volta, ancora per un anno”. Senza libertà fino alla fine degli anni.
Bello il titolo, che richiama il primo verso della poesia Natale di Ungaretti: “Non ho voglia”.
Dovrei piegare i ginocchi e adorate Gesù che nasce, ma passa la voglia pure di quello, sotto il bombardamento massiccio dei richiami del mondo.
Tutto è poesia nel tuo scritto. Uno scritto che è poesia, perla preziosa fra le tante poesie che girano e che sono solo scritti.
E sarà ogni anno peggio, come una donna il cui trucco si fa sempre più pesante e inopportuno man mano che invecchia.
RispondiEliminaIl trucco qui sono “Strade vestite a festa, luci di mille colori, cuori festanti, per obbligo.”
Bello il tuo insistere sulla “festa obbligata”, la “festa costretta”: anelito insoddisfatto di libertà. Anelito irraggiungibile perché tutto continuerà come se niente fosse: “lo farò, ancora una volta, ancora per un anno”. Senza libertà fino alla fine degli anni.
Bello il titolo, che richiama il primo verso della poesia Natale di Ungaretti: “Non ho voglia”.
Dovrei piegare i ginocchi e adorate Gesù che nasce, ma passa la voglia pure di quello, sotto il bombardamento massiccio dei richiami del mondo.
Tutto è poesia nel tuo scritto. Uno scritto che è poesia, perla preziosa fra le tante poesie che girano e che sono solo scritti.
Già, il bombardamento massiccio dei richiami del mondo. Bellissima espressione. Ci si prova spesso ad ignorarli, ma è difficile non farsi coinvolgere, anche quando senti che è tutto sbagliato. Come il trucco pesante, inopportuno. Sai che esageri, forse, ma ti senti costretta, per avere ancora una parvenza di bellezza, mentre sai che questa sfiorisce, anno dopo anno.
EliminaCome i Natali. Ma tu ti trucchi, e vai avanti.
Grazie Bilbo, amico prezioso, dono inaspettato.