CHISSA' CHI SI NASCONDE






Una personale riflessione sull'era dei social, giocosa ma non troppo.






Chissà chi si nasconde dietro quel sorriso, quella pelle candida, non c’è segno di occhiaie, è tutta perfezione, le labbra lucidate, gli occhi scintillanti, la V con la mano, chissà che cos’ha vinto.

 

Chissà chi si nasconde dietro lo schermo luminoso.

 

Forse ha appena pianto, ma il filtro l’ha salvato.

 

Forse ha litigato, forse era arrabbiato. Forse è molto triste, ma alla fine cosa importa?

 

E’ un’onta tra le peggiori mostrare il vero volto, le rughe, i segni d’espressione, le labbra al naturale, perfino il doppio mento.

 

Ed onta ancor peggiore, mostrar la tua tristezza. Sentimenti banditi dal Regno degli Schermi, devi essere felice, devi scrivere cose divertenti, altrimenti sai che noia.

 

Ma poi esci di casa, e un po’ ti guardi intorno, e tutta sta gioia tu proprio non la vedi.

 

Zombie molto falsi, le occhiaie ora le vedi, ed i sorrisi mesti, che celan gran dolore.

 

E poi ti guardi intorno, e ti senti molto solo.

 

Chissà chi si nasconde dietro quello schermo?

 

Chissà cosa nasconde, con le foto alle Maldive? Dei figli i volti raggianti. E poi ti guardi intorno, e son piagnucolosi.

 

Chissa cosa nasconde, con le foto su in montagna, gli sci calzati ai piedi, sulla neve a scivolar.

 

Chissà cosa nasconde dietro il calice sollevato, c’è voglia di far festa, ma poi ti guardi intorno e li vedi litigar.

 

Chissà chi si nasconde, forse solo un insicuro, che mostrare deve al mondo quella parte di se stesso che vorrebbe che esistesse, ma non riesce proprio a trovar.

 

E’ tutto patinato, è tutto lucidato, ben ben confezionato, per il popolo degli Schermi.

 

Ci siamo dentro tutti, immersi fino all’osso, nella realtà distorta, e quel che è vero più non conosciam.

 

 

Abbi pietà di noi, oh tu che stai nel cielo, ché l’Uomo s’è perduto e non sa più dove andar.

 

Indietro non si torna, questo è ciò che credo, ma non è pessimismo, è osservare la realtà.

 

 

Chissà chi si nasconde, dietro ste quattro righe.

Esente non sono dal peccato, soltanto guardo in faccia, e canto, dell’uomo la follia, dell’uomo la pazzia.

 

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